Storia

La storia di ACI: dalla nascita ad oggi.

La nascita

Il primo club automobilistico nasce a Torino nel 1898, come associazione rappresentativa dell’élite dei pochi fortunati proprietari di autovetture, per l’organizzazione di passeggiate, gare e corse tra i Soci a bordo dei moderni locomotori. Sull’esempio del primo club piemontese, nei pochi anni a seguire prendono vita nuovi sodalizi nelle maggiori città italiane, dando origine agli Automobile Club di Firenze, Milano e Genova. Lo sviluppo dell’uso dell’automobile aumenta nel tempo, così come i club rappresentativi dei possessori. Nel 1905, il Marchese Ginori di Firenze, il Cavaliere Agnelli, il Marchese Ferrero di Ventimiglia, l’Avvocato Goria-Gatti di Torino, il Conte Corinaldi, il Commendatore Rignano di Padova, il Marchese di Soragna, il Cavaliere Massoni di Milano e l’Ingegnere Gamba di Genova fondano l’Automobile Club d’Italia, quale federazione degli AC locali e membro della Fédération Internationale de l’Automobile – FIA.

ACI: non solo Federazione ma anche affidatario del Pubblico Registro Automobilistico

Nei primi 10 anni di attività, la mission principale della Federazione è legata allo sviluppo dell’automobilismo sportivo, in risposta all’entusiasmo e alla passione dei Soci per la competizione e la velocità. ACI istituisce alcune  manifestazioni agonistiche che sono considerate tra le più prestigiose di sempre. Tra queste, la “Targa Florio“, disputata per la prima volta nel 1906 sul circuito delle Madonie di 148,8 chilometri con partenza e arrivo a Bonfornello, e la “Coppa d’Oro“, organizzata nello stesso anno dall’AC Milano su un percorso di oltre 4mila chilometri.

Il primo conflitto ferma la vita del Paese e dell’industria automobilistica, rallentando le attività del club, che riprendono vigore solo dopo il trattato di Versailles del 1919. Un evidente segnale di ripresa è rappresentato dalla costruzione nel 1922 dell’Autodromo di Monza, che ospita ancora oggi una tappa del campionato mondiale italiano di Formula 1. Il circuito dell’architetto Rosselli comprende un anello di 4,5 chilometri, con due curve sopraelevate su terrapieno dove i piloti raggiungono i 190 Km/h e una pista di 5,5 chilometri. Pietro Bordino, a bordo di una FIAT 501, vince la prima gara per vetturette disputata a Monza.

Una manciata di anni più tardi, Pubblico Registro Automobilistico. La professionalità e il prestigioso lavoro dell’Ente sono prima insigniti dal Regio decreto n. 2481/1926, con cui Vittorio Emanuele III riconosce l’ACI “ente morale” con fini di spiccata rilevanza sociale, e poi ampliati grazie al D.L. n.36/1927, che istituisce il Pubblico Registro Automobilistico, affidandone la gestione all’ACI.

Tra le due guerre, crescono i servizi offerti sul territorio con l’apertura degli Uffici ai valichi di frontiera, l’avvio della pubblicazione delle carte stradali e l’organizzazione a Roma della prima Conferenza del Traffico e della Circolazione nel 1930. Questo appuntamento costituisce ancora oggi una preziosa occasione istituzionale, che vanta la partecipazione di numerosi interlocutori pubblici e privati, trattando tematiche strategiche nel settore della  mobilità.

Dal dopoguerra: primo interlocutore sui temi della mobilità e P.A. moderna e digitale

Il boom economico e la crescita dell’industria automobilistica e dei trasporti consentono un potenziamento delle attività del club, con un aumento dei servizi offerti, anche in materia di adempimenti amministrativi e fiscali dei veicoli. L’Ente intraprende il percorso della digitalizzazione e dell’informatizzazione, distinguendosi tra le pubbliche amministrazioni per efficienza e qualità delle prestazioni al cittadino.

Una chiave di svolta per la mobilità degli italiani arriva nel 1954 grazie al nuovo servizio di soccorso stradale, offerto da ACI con l’attivazione del primo centralino italiano d’emergenza. “Sulle strade italiane gli automobilisti non si sentiranno più soli” afferma l’illustre giornalista Giovanni Canestrini. Il primo a fruire del servizio è un Socio milanese, rimasto in panne con la Topolino sulla Milano-Torino. Nel 1965 l’Ente conta circa 500.000 Soci: un automobilista su 10 fa parte del Club.

Nello stesso anno il principe Filippo Caracciolo, alla guida dell’ACI per 20 anni, termina il proprio mandato ricordando i passi compiuti nei due decenni “Siamo nati come un’associazione di persone abbienti che giustamente hanno meritato il titolo di pionieri dell’automobile. Oggi siamo, e sempre più diventeremo, un’organizzazione di massa”. Le parole del Presidente Caracciolo sembrano anticipare la L. n.70/1975, che sancisce il ruolo di ente pubblico dell’ACI. Anche gli Automobile Club provinciali assumono questa connotazione giuridica.

Nei decenni successivi il parco circolante è sempre più ampio, superando già nell’83 i 20 milioni di veicoli con importanti riflessi sulle attività dell’Ente, che  si intensificano per numero delle pratiche e attività attribuite. Il D.Lgs. n. 446/1997 infatti istituisce l’imposta provinciale di trascrizione e la L. n. 449/1997 introduce le tasse automobilistiche in capo alle Regioni, a cui l’ACI offre in regime di concorrenza la propria professionalità.

Per assicurare ai cittadini una fruizione snella ed efficiente dei servizi l’Automobile Club d’Italia investe nella digitalizzazione, con l’informatizzazione dei fascicoli del PRA e la semplificazione delle procedure, culminata nello “Sportello Unico dell’Automobilista“, istituito dal D.P.R. n.358/2000. Il progetto STA è il primo tassello di un lungo percorso verso la modernizzazione.

Alle soglie del nuovo millennio, l’Ente è interlocutore primario nel settore della mobilità e della sicurezza stradale, nonché Pubblica Amministrazione efficiente e digitale.

Il nuovo millennio: verso una mobilità sostenibile con oltre 1 milione di soci

Si apre il nuovo millennio. Sono numerose le tematiche che l’ACI, e più in generale il settore automobilistico, si trova a dover affrontare: costo dei veicoli e del carburante, traffico,  inquinamento,  incidenti sulle strade. Questi sono solo alcuni tra i problemi di un comparto in evoluzione, in cui la sostenibilità e la tutela del diritto a una mobilità sicura diventano la nuova sfida per tutto il panorama pubblico e privato.

L’impegno nell’educazione e sicurezza stradale è potenziato dall’ACI con corsi nelle scuole di ogni ordine e grado (progetto Edustrada) e con l’offerta di un format didattico avanzato presso le  autoscuole “Ready2Go“.  Nel 2004 apre il primo Centro italiano permanente di scuola di guida sicura, presso l’Autodromo di Vallelunga, alle porte di Roma, cui seguirà l’inaugurazione del secondo impianto a Lainate – Milano. Gli impianti si compongono di diverse aree dove esercitarsi in presenza di situazioni rischiose alla guida: asfalto bagnato, sotto e sovrasterzo, ostacoli sulla corsia, scarsa visibilità.

Numerosi sono i servizi strategici nei settori informativo, statistico e di valutazione del livello di sicurezza dei veicoli, come Luceverde, analisi statistiche in raccordo con l’ISTAT e test di sicurezza.

In una società in continua evoluzione, l’ACI ha saputo interpretare i bisogni dei cittadini in ogni settore presidiato, mettendo al centro la persona e il diritto alla mobilità accessibile a tutti. Il Club oggi rappresenta oltre 1 milione di soci, ai quali offre servizi sempre più ricchi per una mobilità sicura, sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Grazie a un impegno costante mette a disposizione un’ampia gamma di servizi per chi si muove, su qualunque mezzo, per lavoro o tempo libero, sia in Italia che all’estero. Prestazioni pensate per le persone, con soluzioni innovative che coprono tutte le sfide della mobilità moderna. Particolare attenzione è riservata anche al patrimonio motoristico storico del Paese, grazie all’istituzione di ACI Storico, il “club nel club”, che valorizza automobili di potenziale interesse collezionistico.

Continuano i passi di semplificazione delle pratiche amministrative dell’ACI, con l’introduzione del Certificato di proprietà dell’auto esclusivamente in formato digitale, sostituito poi dall’1 ottobre 2021 dal Documento Unico di Circolazione del veicolo.

Con 120 anni di esperienza e di ascolto attento e continuo delle mutevoli esigenze del territorio, di cui è portavoce primario, l’ACI si conferma oggi una Pubblica Amministrazione moderna e digitale, al servizio dei cittadini per vincere la sfida di una piena tutela del diritto a una mobilità sostenibile, sicura e accessibile a tutti.

Pagina aggiornata il 15 Gennaio 2025

Naviga la sezione L’ACI